Queste sono state le prime parole che ci siamo detti subito dopo essere passati sul tappetino in capanna ed aver controllato che avesse fatto per bene i tre BIP, questo è quello che ci ripetiamo tra noi e in noi da 3 giorni!
La “Monza Resegone”, quella gara che tutti bene o male almeno una volta nella vita abbiamo incrociato lungo la strada che da Merate conduce a Calolzio, quella gara che guardi e ti chiedi” ma questi cosa ci fanno alle 11 di sera lungo sta strada a correre….sono dei pazzi”. Ora la guardi con un occhio diverso, non solo SONO dei pazzi ma sono dei runner che realizzano un sogno. Il sogno di fare un’ impresa che ai più può sembrare assurda, senza senso, ma che per un runner è il coronamento di tanta fatica, di sacrifici.
Semmatt…un nome che non nasce a caso!
Due mesi fa tre pazzi decidono di fare la pazzia, senza quasi manco conoscere il percorso ne tantomeno le reali difficoltà decidono di iscriversi alla Monza Resegone. Appena spedita la mail il pensiero è stato “ ma tanto mica ci pigliano a noi,saremo fuori”. Poi arriva il giorno della lista delle squadre accettate “ma si guardiamola ma tanto non ci siamo!”. OH VACCA! Semmatt-Ballabio:Accetata”.?La sfida, la pazzia, il sogno era diventato realtà! La sfida adesso era diventata arrivare in capanna e poter gridare “ 104! COMPATTA!” ……. e così è stato!
Raccontare la Monza Resegone è davvero difficile. Non è un maratona anche se ne ha i chilometri per esserlo, non è una sky anche se ne avrebbe il dislivello per esserlo! E’ la Monza Resegone e basta. La cosa che la rende unica è che non è una TUA sfida con il tempo e chilometri ma è la sfida di tre amici che partono insieme e devono arrivare insieme, possibilmente restando amici.
Ecco questa è la vera sfida. E per noi ha funzionato benissimo.
La partenza è una cosa che, per gente come noi che non è mai salita ne mai salirà su un podio, ti lascia il segno. Lo speaker che grida il tuo nome, l’applauso della gente, l’adrenalina che spara fuori anche dalle orecchie: cose che difficilmente puoi dimenticare. Scesa quella pedana sei in uno stato di trans che ti segue per qualche chilometro. Da li abbiamo impostato la nostra gara in due parti. La prima fino a Calolziocorte dove il Gerry ha imposto il ritmo di 6’ al Km che ha tenuto con maniacale precisione, la seconda da Calolziocorte alla Capanna dove abbiamo tirato fuori la nostra anima montana, cambiando la marcia e iniziando a divertirci. ?Belli spediti fino a Erve (38 minuti), per poi ripartire dopo esserci cambiati verso la capanna. Qui purtroppo abbiamo avuto una sorpresona, il traffico che ci ha accompagnato in rigorosa fila indiana fino al forcellino. Dal forcellino alla capanna siamo riusciti a correre ancora un po’ ma devo dire che non ci interessava più di tanto, la nostra sfida non era con il cronometro, ma con la gloria di arrivare, e questo abbiamo ottenuto.
Quando senti le voci, vedi al luce della capanna nella notte la notte diventa di colpo giorno, i dolori passano, la fatica sembra svanire.
Guardi su e cominci a dire “….abbiamo fatto la Monzaresegone…l’ abbiamo fatta!”…e vai avanti a dirlo ancora non so per quanto….io sto ancora dicendomelo.
Per la cronaca e i posteri:
Tempo totale Monza Resegone 2013: 5h 21′ 42″ (passaggio a Erve in 3h57’23” e Erve – Capanna Monza in 1h24’24”)
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