In questi ultimi giorni molti amici mi chiedono per quale motivo io, che non voto a Lecco, ho preso una posizione netta e pubblica verso Peppino Ciresa, candidato del centrodestra alla elezioni comunali lecchesi del 2020.
La risposta è semplice quanto complessa. La risposta semplice è che il sottoscritto, da che ha facoltà di esprimere un parere politico, è sempre stato a destra, da sempre simpatizzante della Lega, fin da quando si chiamava Lombarda. Questo potrebbe essere sufficiente come risposta a giustificare ( anche qui però solo in parte) il mio supporto a Giovanni Bussola quale sindaco di Ballabio, non il mio supporto a Peppino Ciresa.
La realtà più complessa ed articolata, non entro qui nel dettaglio per non tediare, ma qualche cenno va doverosamente fatto anche per far luce sui rapporti umani che verranno.
Era l’11 dicembre 2019 quando veniva semi ufficializzata la candidatura di Mauro a sindaco e il sottoscritto si complimentava con lui per la scelta di mettersi in campo, sebbene specificando da subito che non l’avrei MAI votato, vuoi perché votavo a Ballabio vuoi perché nel seggio io sono capace solo di barrare a destra. Devo ammettere che in fondo ero disopiaciuto che Mauro avesse svoltato a sinistra, non lo pensavo simpatizzante delle idee di sinistra e un poco ero dispiaciuto che non si fosse candidato per la destra.
Arriva il COVID, si comincia a contare i morti e la drammaticità della situazione, gli ospedali sono allo stremo, le sirene echeggiano per la città, i nostri vicini di casa bergamaschi sono nell’occhio del ciclone, nella testa di molti le elezioni diventano un problema molto secondario. I suoi tre sfidanti CONGIUNTAMENTE decidono di sospendere totalmente la campagna elettorale per rispetto di chi è andato avanti, dei parenti e della situazione i generale. Li Mauro dichiara invece che lui prosegue perché la sua non è campagna elettorale ma dialogo, asserendo che il dialogo è un valore che la situazione ci stava sottraendo. e che quindi nulla cambiava nel suo programma e avrebbe continuato come se nulla fosse sul canale web. Li il primo segnale che qualcosa non combaciava con al visione che avevo di Mauro. Lui, quello dell’ oratorio, quello dello Scigalot, quello che se c’era bisogno ( lo immaginavo) in prima linea ad aiutare, davanti ad una pandemia come questa tirava dritto, ma peggio ancora in un certo senso approfittava del campo libero. Sportivamente è come se tutti i corridori si fermano a soccorrere un avversario caduto e lui parte e se la corre da solo. Non infrange nessuna regola ma, a mio avviso, infrangi la regola etica.
Continuo a seguire la campagna da fuori e intravvedo posizioni aggressive che non condivido ma penso che stia nelle regole del gioco politico, anche se speravo fino all’ultimo che Mauro non avrebbe giocato come un politico ma come un uomo…altro errore.
La rete intorno a lui è sempre più stretta, i suoi fedelissimi martellano. Ins e una cosa positiva che sia riuscito a creare rete in questo modo penso. Poi leggo dei post strani, del tipo ” mi hanno chiesto i nomi di 100 amici che avrei potuto coinvolgere” e un po mi sapeva di setta ma come al solito ingenuamente dissi ” un esempio di come sfruttare la rete”, un modo che non ho mai condiviso e mai condividerò, un po alla Scientology ( e parlo perché purtroppo nelle mie prime esperienze lavorative ho avuto la disgrazia di averci a che fare).
Insomma senza mezze parole in questa campagna elettorale non ho più visto la persona che immaginavo di conoscere. Ma fino a qui sono mere considerazioni personali, scoperta d punti che non avevo visto che però, se analizzati ora, un poco potevano trasparire dai modi di Mauro se riletti in nuova chiave.
Ma l’ultimo periodo, quello del ballottaggio, mi ha veramente disgustato, da subito.
Prima il mieloso video dove chiedeva a Peppino un confronto, una video alla meglio dei venditori di pentole dove nel ghigno e negli occhi traspariva tutto quello che sarebbe successo nelle 2 successive settimane. MA il brutto di quel video non è il mieloso ma il concetto. Mauro sa molto bene di vincere a mani basse contro Peppino nel confronto dialettico. Mauro sa molto bene che il suo sguardo, la sua cadenza e la sua gestualità ammaliano le persone. Mauro sa molto bene che invece Peppino è un uomo della strada, uno con la scorza dura, uno che dice poche parole e talvolta le storpia. Mauro sa bene che leve toccare in un confronto per farlo innervosire come sa bene quali argomenti toccare per provocare una reazione in Peppino sulla quale poi partire nella sua rogatoria. Sa come farsi tirare uno sberletto per poi tirare un calcio nelle palle. Questo voleva con il confronto. Questo Peppino ha declinato con garbati modi, dicendo che lui non aveva bisogno di ridire a Mauro il suo programma ma aveva bisogno di stare tra la gente. Questo quello che Mauro non ha ottenuto. Non ha ottenuto un ring dove mettere l’avversario alle corde. Non ha ottenuto di correre una Resegup in due, lui Mauro (alias il Kilian) contro Peppino ( alias Buc il bradipo)! E questo diniego è stato argomento per 2 settimane. Inutile parlare del post sulla tribuna politica RAI.
Chiudo con l’accadimento che più mi ha lasciato senza parole. Siamo in piazza, in uno degli show organizzati, in diretta facebook. Sono nel letto che cazzeggio e lo streaming facebook mi propone la diretta. Sono i saluti, intercetto gli ultimi 30 secondi. Non lo ascolto ma stramazzo gli occhi quando sento ” 4 scagnozzi”. Si…..Scagnozzi, riferito alle persone che pochi giorni fa Peppino aveva presentato come le persone che lo avrebbero aiutato nel percorso, persone di valore, cultura ed esperienza certa e dimostrata. Forse ho sentito male, riascolto…no no l’ha proprio detto. Treccani definisce SCAGNOZZO con: “Persona che, per tornaconto personale o per avidità di denaro, sta al seguito e agli ordini di altri; tirapiedi, umile esecutore di ordini”. Una parola assimilabile al dizionario mafioso dei clan. Ecco caro Mauro…qui hai toccato il fondo. Qui ho capito che davvero non sei colui che immaginavo tu fossi. Qui mi hai fatto capire che sei arrivato in fiondo, che per te questa non è più una battaglia basata sul rispetto, non è neanche più una corsa politica, qui per te vale tutto basta di colpire l’avversario. E questo non è quello che mi aspettavo da te.
Mauro Gattinoni sei un bravo ragazzo, ti conosco da anni, ti ho apprezzato come direttore di associazione ma forse non ti ho conosciuto bene. Purtroppo o per fortuna questa corsa ha tirato fuori un lato di te che mi era nascosto. Un lato che non mi piace. Quel tuo sempre sorriso sempre stampato sul volto aveva ammaliato anche me ma per fortuna in questi mesi ho scoperto cosa c’era dietro. Quando corri in gara non guardi più in faccia nessuno, pur di arrivare davanti esci i denti da squalo e affondi senza pietà. Se c’è da fare lo sgambetto, la gamba la metti giù bene senza remore. Io sono abituato a valorizzare il mio pensiero, non a buttare “merda” e insulti su quello degli altri. Questo lo accetto “metaforicamente”, ma non condivido, nello sport dove è un gioco…non nella vita.
Continueremo a scherzare per monti e nelle gare ma purtroppo questo tuo lato nascosto non fa per me e per tutto il resto un caro saluto.
NOTA BENE: questo è il mio pensiero, condivisibile o meno. Questo è quello che vedo io dall’ esterno. Questo è quello che penso. Verso Mauro continuo a nutrire il rispetto che si deve a tutti, con Mauro berrò volentieri ancora una birra ma parleremo solo di corse e dei miei ultimi posti in classifica. Il resto è argomento che non ci accomuna. Alcuni amici hanno seguito e appoggiano Mauro in questa campagna. Li rispetto come chiedo loro di rispettare i miei pensieri. Se poi mi vedranno come un nemico mi dispiacerà ma me ne farò una ragione.
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