La decisione di iscriversi ad un 70.3 non è facile. Solo chi prova può sapere cosa significa prepararsi per una disciplina che comprende 3 specialità per una distanza che, non è la regina, ma cove comunque la distanza delle singole discipline prese singolarmente fa paura ai più.
Si tratta di prepararsi per fare 1,9 Km di nuoto, 90 km di bicicletta e 21 di corsa. DIFFICILISSIMO!
FINISHER! Anything is possible
Io non sono un fenomeno e non ho manco il fisico per pensare minimamente di guardare un orologio in una gara del genere. Chi è come me pensa solo a uscirne intero e portarla a casa.
La preparazione non è stata facile. Ho avuto periodi di scazzo e periodi ( tanti) dove pensavi che stavi facendo poco e male. Ormai da due anni mi trascino un problema alle gambe per il quale ho consultato i migliori specialisti. Mi erano stati consigliati i plantari e per un anno e mezzo o convissuto con dolori e sensazioni assurde fino alla decisione, personale e probabilmente irresponsabile, di toglierli e ricominciare da un paio di scarpe A4. Questo è successo 5 giorni prima della gara quando non riuscivo a fare più di 8 Km.
Mi sono presentato al via sicuro del mio nuoto, in se confidente di cavarmela fuori sulla bici anche se per voglia e meteo non sono riuscito a fare quello che volevo, terrorizzato per la corsa. Di una cosa ero certo. Ossia che il nuoto lo passavo via bello pulito, senza fatica, la bici andavo senza uccidermi e la corsa vediamo cosa succedeva.
Poi in gara il nuoto è stato cancellato perché l’acqua era a 13 gradi e fuori c’erano massimo 5 gradi e un vento intorno ai 50 kmh. La bici è andata come volevo che andasse compatibilmente con il meteo ( assicuro che il vento a 50 kmh quando l’hai di fronte è come fare un Ghisallo sebbene sei in piano, quando l’hai dietro è pericoloso perché ami è perpendicolare, quando l’hai da parte ti sposta letteralmente). La corsa è cominciata malissimo con le tibie che gridavano vendetta come sempre, poi ho gestito e di testa me la sono portata a casa. A livello di energie non avevo alcun problema, il problema era muscolare non avendo assolutamente la preparazione che serviva.
Io nonostante la frazione nuoto annullata il mio 70.3 mi sento di averlo portato a casa. Non ho niente da recriminarmi. Quello che potevo fare l’ho fatto. FINISHER. STOP.
Ora un doveroso ringraziamento tutti ( non li cito per non rischiare di dimenticare qualcuno) quelli che mi hanno dato una pacca sulla spalla, un saluto o anche solo un sorriso. Chi ha guardato dentro i miei messaggi e non sopra. A tutti quelli che ho conosciuto in questi 5 anni che corro.
Un grazie speciale a Polo per avermi accompagnato in questa avventura, ruzzandomi da Gennaio fino a dopo la linea del traguardo. Aspettandomi a braccia aperte dietro quella linea dopo avere fatto anche lui la gara, ancora sudato ma li ad aspettarmi non sapendo quando, e se sarei mai arrivato.
A quei tre che invece di dirmi una bella parola mi ha fatto presente che comunque non è un 70.3 dico che alla fine hanno anche ragione ma che se me lo dicono forse non ha capito nulla di chi sono, della mia storia e delle mie aspettative. Nella vita bisogna avere le palle di mettersi in gioco. Il signore non mi ha dato un fisico da atleta, io ci avevo messo del mio per fare in modo di conciarmi da buttare via ma io da quel 12 Gennaio 2011 mi sono messo in gioco. Un gioco con la bilancia e la mia irrefrenabile voglia di mangiare, un gioco con il mio fisico. Da quel giorno qualche soddisfazione l’ho portata a casa( 3 maratone, 1 Monza-Resegone finita e una finita ma solo con 1 socio, giusto un paio di garette in montagna, un olimpico e un 70.3.
Ora stacco la spina e torno al mio amore: la montagna!
Non abbandonando però la triplice dove farò qualcosina ma stavolta più corto 🙂
PS: Solo da una persona accetto la battuta (che tra l’altro aveva uno spirito totalmente di battuta) ma questa, consentitemi ,di IRONMAN ne ha corsi giusto un paio…….dei quali 3 a KONA!
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