La terza insegna…che c’è tanto ancora da imparare!

Ebbene si…..domenica mattina sono partito per la mia terza maratona, La Maratona di Milano, detta anche MCM 2014. L’ho prepararla con metodo, l’ ho corsa con volontà, l’ ho chiusa con la determinazione……….di voler portare a  casa quella CAZZO di medaglia e la soddisfazione personale di essere stato più forte della voglia di abbandonare.

Maratona Milano1Potrei snocciolare tutta una serie di motivazioni per quello che è successo. Potrei dire che è stato il caldo, che non era giornata, che il mio corpo già da due giorni mi dava segnali, che la mia preparazione si è dovuta arrestare per due settimane per le tibie, che ho usato una strategia alimentare durante la preparazione non adatta a me o che il mio corpo non ha recepito bene, che ho sbagliato l’ alimentazione nelle ore precedenti, che sono partito troppo a canna…che…che….Sono tutte cose vere, ma la verità assoluta e fottutamente reale è che di colpo ho finito la benzina! PUNTO E BASTA!

Questo deve essere un’ insegnamento per me e deve farmi pensare. Farmi pensare che nella vita tutto può succedere, che non è solo il metodo e la dedizione a portare ai risultati ma, passatemi il termine a me che sono sempre molto fine, ci vuole anche un poco di culo.

Venendo invece alla mia maratona è stata la gara più bella della mia vita fino al 26°, la più dura in assoluto dal 26° al 40°, una liberazione dal 40° all’ arrivo. Sono partito in quarta gabbia e ho subito cercato di prendere i pacer delle 3:45. PRIMO GRANDISSIMO ERRORE! Ho fatto i primi 5 km a 5′ al KM, non sentivo che stavo tirando ma il mio corpo invece lo sentiva benissimo.  Presi i pacer dal 5 Km sono stato con loro fino al 26 quando ho iniziato a sentire le prime avvisaglie di qualcosa che non andava. Le avvisaglie? Il caldo iniziava ad essere pesante, cercavo di idratarmi quanto piu possibile ma il mio corpo iniziava a rifiutare l’ acqua. La sensazione è stranissima. Hai sete, bevi ma dopo due sorsi hai una sensazione di vomito ma non riesci neanche a ruttare. Da li il passaggio alla crisi nera è stato rapidissimo. Il non riuscire a bere mi portava a non riuscire neanche a tragugiare i gellini, la mancanza di zuccheri insieme alla mancanza di acqua sono stati il mix micidiale!

Giuro, prima volta da che corro, che ho seriamente pensato di staccare le spillette dalla maglia e prendere la prima a destra. Poi al primo passaggio al Castello ho visto il mio Matteo che mi aspettava, mi ha chiamato, mi sono fermato e, con fare quasi baldanzoso, l’ho abbracciato e sbaciucchiato, lui mi ha stretto forte e mi ha detto “Papa sei tutto sudato e puzzi ma ti aspetto all’ arrivo”. Questa frase non saranno stati ne zuccheri ne acqua ma mi ha dato la determinazione di trascinarmi di nuovo fino in piazza Castello.Maratona Milano3

Da li ho preso una bottiglietta e sorseggiavo a piccolissimi sorsi molto spesso, poca roba ma probabilmente sufficiente a non farmi andare completamente in disidratazione. UN CALVARIO ma a denti stretti sono riuscito a non cedere. Da dire che di certo il calore del pubblico non aiutava nei momenti difficili. Questa maratona è una BRUTTA maratona, non organizzativamente sia chiaro ma per il contesto. Pubblico scarsissimo e quel poco che c’era aspettava solo il babbo, il figlio o l’ amico e si svegliava dal suo torpore solo al passaggio del beniamino atteso. Per il resto mutismo e rassegnazione. Sia chiaro non tutti erano cosi, c’era anche gente che capiva ciò che noi dall’ altra parte delle transenne stavamo facendo e incitava, ma erano poche eccellenze perse nel deserto della desolzione. Pensare con la mente a Venezia, con la riviera del Brenta in festa, le band ogni 2 km che suonavano e caricavano, il pubblico da giro d’Italia…be un’ altro cinema. Davvero il sunto di tutto può essere riassunto in quanto detto da Baldini ossia  che i cartelli in ingresso a Milano dicevano ” Domenica Maratona, possibili disagi”.
Erano giusti per i milanesi, non si può chiedere di più a questa città. In qualsiasi altra parte del mondo e probilmente di Italia si sarebbe scritto ” Domenica maratona, strade chiuse per fare festa”.

Maratona MilanoCmq sia alla fine mi sono raspato fuori, sono passato sotto quel fottutissimo arco in 4 ore e 5 minuti praticamente come a Venezia. Insomma diciamo che la medaglia l’ho portata a casa ma è stata una medaglia amara, troppa delusione in quel momento per pensare al bicchiere mezzo pieno e non a quello mezzo vuoto.

Un ringraziamneto lo devo a tutta la mia famiglia, a Michela e ai bambini che mi hanno lasciato allenare senza far pesare che le domeniche erano dedicate a “MR ASICS” e non a loro, a mia mamma che si è presa Matteo e in una giornata da delirio per ressa e clima è venuta a Milano, a Luca che mi ha aiutato nella preparazione e Polo che, sacrificando parte dei suoi allenamenti per andare al mio ritmo essendo lui vistosamente più veloce di me, mi ha accompagnato in tante pause pranzo, a Pier e Ce che nell’ ultimo lungo tagliato fuori in una fredda sera quasi da neve mi hanno fatto da angeli custodi, a tutti insomma. Ma sopratutto al mio babbo che mi ha spronato da prima a perdere il marsupio integrato e poi, in silenzio come sempre faceva lui, mi ha seguito fino al suo ultimo respiro in questo mio nuovo amore per la corsa, dispendando non consigli ma preziosi incoraggiamneti (e cazziatoni quando esageravo) e che domenica mi guardava giu e a pedate nel culo mi ha spinto fino al 42….

Appena tagliato il traguardo ho detto ” basta maratone”, al parco del castello ho detto ” basta maratone per quest’ anno”, la mattina seguente ho detto ” magari ne becchiamo un’ altra prima di fine anno”, Lunedì ho chiamato Enrico che mi ha detto “ma si dai…reggio?”Martedì ho spedito la mail della MonzaResegone e iniziato a guaradre il calendario…….Ora non so cosa farò, quest’ anno voglio divertirmi in giro per bricchi ma quei fottutissimi 5 minuti mi stanno sulle palle.

Per adesso metto nel cassetto la mia terza maratona ( 4 se conto la Monza Resegone) e sicuramente un poco di esperienza da Running.

 

 

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