Prigioniero politico di un colpo di stato

Un prigioniero politico è una persona detenuta, o agli arresti domiciliari, in quanto le sue idee sono considerate una minaccia o una sfida all’autorità dello Stato.

Oggi 4 Novembre 2020 nel giorno dove si dovrebbe ricordare la fine della prima guerra mondiale e il completamento dell’ unità di Italia, nel giorno dove “celebrare la vittoria del 4 Novembre, che fu frutto di sacrificio, di dedizione e di unità di tutto il popolo Italiano, traendo insegnamento e nuovo impulso per mettere da parte tutto ciò che ci divide, perché solo un nuovo spirito unitario potrà permetterci di uscire da questo difficile momento” (cit. Giovanni Bussola sindaco di Ballabio) abbiamo subito l’ultimo e pericoloso colpo di stato di un governo che tutto rappresenta tranne il suo popolo, portandomi a ritenermi un prigioniero politico.

Un avvocato pugliese, non votato da nessuno ma messo in quella posizione da un governo pentastellato che oggi non rappresenta assolutamente più la volontà del popolo ma al massimo un 2% di esso, ha definitivamente dimostrato che la nazione è entrata in un regime dittatoriale grazie a quello che mi sento di definire un colpo di stato.

Prima di tutto tre piccole riflessioni sulla costituzione italiana che, fino a prova contraria, è la legge fondamnetale delo stato italiano :

Art 70 “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere.”
Che cosa significa? Il Parlamento, come abbiamo già visto, è costituito dalla Camera dei deputati e dalla Camera dei senatori. Perché una legge sia veramente tale, deve essere approvata da entrambe le Camere. È importante a questo proposito rilevare due aspetti: innanzitutto l’articolo stabilisce che sono i rappresentanti del popolo eletti in Parlamento a formulare e approvare le leggi, non altri organi dello Stato (come il Presidente della Repubblica o il Presidente del Consiglio); in secondo luogo, la funzione legislativa non è svolta da una singola Camera o dalle due Camere in modo autonomo, ma da entrambe collettivamente.

Art76 “L’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.”
Che cosa significa? In base a questo articolo la funzione legislativa, propria del Parlamento, può essere delegata al Governo, a patto però che siano stabiliti una serie di vincoli precisi circa l’oggetto, i tempi ecc.; tale passaggio di consegne avviene attraverso una legge di delegazione, detta più comunemente “legge delega”. La Corte costituzionale, nel 1956, ha messo in evidenza le due fasi necessarie per la formazione della legge delega e del decreto legislativo delegato: nella prima fase “il Parlamento con una norma di delegazione prescrive i requisiti e determina la sfera in cui deve essere contenuto l’esercizio della funzione legislativa delegata”; nella seconda fase il Governo “emana i decreti che hanno forza di legge ordinaria”. Nel frattempo il Parlamento non cessa la sua funzione, ma continua a legiferare (su altri argomenti).

Art 77 “Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.”

Che cosa significa? La Costituzione conferisce al Governo la facoltà di emanare, esclusivamente in situazioni eccezionali, provvedimenti provvisori aventi valore di legge: i cosiddetti “decreti-legge”. Essi sono soggetti a vincoli precisi di approvazione da parte del Parlamento: il provvedimento deve essere presentato immediatamente (“il giorno stesso”) alle Camere per la conversione; le Camere si devono riunire entro cinque giorni e hanno sessanta giorni di tempo per, eventualmente, convertire il decreto-legge in legge;

L’avvocato e i grillini hanno brillantemente bypassato tutti e tre gli articoli costituzionali andando a “congelare” completamente le funzione del parlamento ( 2 camere) che quindi non esercita più i suoi doveri. Hanno bellamente anche bypassato l’articolo 76 e 77 perchè oggi il sig. Cinte governa in regime dittatoriale senza aver alcun mandato specifico mediante legge delega ma andando a sfruttare senza i DPCM che gli permettono di imporre leggi senza confronto parlamentare.

Ma cosa sono sti benedetti DPCM? I DPCM dal punto di vista formale, sono atti di secondo grado quindi nella gerarchia giuridico-istituzionale sono di rango inferiore rispetto alla legge, ai decreti legge e ai decreti legislativi delegati. Questi provvedimenti sono emanati dal solo Presidente del Consiglio – quindi Giuseppe Conte – e non dal parlamento.

I DPCM sono sempre esistiti ma usati pochissimo e generalmente riguardavano questioni meramente tecniche su un settore o ambito specifico e mai prima d’ora era accaduto che avessero una rilevanza nazionale di così grande portata.

Ogni DPCM deve reggersi su una legge e o su un decreto che ne sancisce l’ambito di applicazione, i principi generali e i limiti, altrimenti sarebbe incostituzionale. I DPCM dell’emergenza Covid sono in regola: ciascun provvedimento trova legittimazione in un decreto legge (decreto Io resto a casa, dl Semplificazioni, dl agosto e così via) che nasce per divulgare iniziativa talvolta ridicole e specchietti per allodole che ne camuffano il loro vero obiettivo di legittimare il DPM dietro ai vari bonus ( vedasi monopattino, promesso a febbraio erogato a pochi ieri, vacanze, ecc)

Conte da buon avvocato del foro barese prima è riuscito a scovare i DPCM poi si è inventato lo “stato di emergenza” sostenendolo costituzionale.
Ma attenzione…
lo “stato di emergenza” non trova spazio nel dettato costituzionale. La Costituzione italiana prevede solamente la deliberazione dello “stato di guerra” (che è cosa ben diversa) da parte delle Camere (all’articolo 78) con il quale il Parlamento conferisce al Governo i poteri necessari ad affrontare possibili conflitti bellici. All’articolo 77 (vedi sopra) i padri costituenti avevano previsto la possibilità in capo al Governo di adottare provvedimenti provvisori con forza di legge in “casi straordinari di necessità e urgenza”, ma non con i DPCM dittatoriali ma mediante i decreti legge, efficaci fin da subito ma che devono essere convertiti in legge entro 60 giorni, assicurando il dibattito parlamentare e quindi il rispetto della costituzione.

Tutto questo per dire che il sottoscritto, il primo a fare casino quando c’è da fare casino è capace di essere anche serio, è capace di documentarsi e studiare e sa nella vita essere serio come nel lavoro.

Io oggi mi sento prigioniero politico di un regime dittatoriale che senza avere alcuna legittimazione sta imponendo le sue leggi.
Io oggi sento che in un momento drammatico la pilitica abbia nuovamente fatto il suo gioco.
Io oggi sento che che in un momento drammatico dove servono competenze, analisti e studiosi di fama riconosciuta ai quali mettere in mano la gestione del nostro e dei nostri figli siamo guidati da incompetenti quando avremmo al nostro interno i migliori elementi ai quali affidarci.
Io oggi mi sento che per l’ennesima volta ci stanno prendendo per il culo imponendo norme senza senso generalizzate invece di aggredire di petto il problema.
Io oggi non mi sento tutelato. Vedo un governo che pensa a elargire bonus giocatolo per far contenta la massa invece di investire in quello che serve.
Io oggi vedo persone agiate in giro con i suoi monopattini e bicilettine elettriche nuove pagate con il bonus monopattino e scuole chiuse per problemi legati ai trapsorti e non alla scuola, dove bastava organizzarsi per evitarlo ( anziché la caramellina del monopattino investivano in appalti con i pullman privati fermi nelle rimesse per potenziare il trasporto urbano).
Io oggi sono incazzati nero a veder egente in quarantena che da Milano si muove verso le valli ( e ui mi fermoche è meglio)
Io oggi mi sento incazzato perchè le scelte della nostra generazione egoista stanno rubando il futuro ai nostri figli privandoli dei loro diritti fondamentali, quali la scuola e lo sport.

Io da oggi non parlo più perchè sono stufo di essere giudicato da gente che non vede oltre il suo naso. Sono stufo di essere visto come un negazionista ( cosa che non sono anzi sono uno che rispetta le regole) che non vuole regole quando invece le regole le vorrebbe, anche più severe se realmente utili, a condizione che vengano fatte rispettare e che siano pensate con coscienza e analisi.
Io da oggi non parlo sui social più per rispetto di me stesso, dei miei figli e di chi sta combttendo sta merda senza averne colpa…si perché molti purtroppo colpa ce l’hanno eccome e devono solo guardarsi indietro per capire.
o da oggi non parlo più nella speranza che qundo vinceremo contro sto covid i miei conterranei si sveglino e facciano valere quanto nel 2017 abbiamo votato in un referedum, ossia la nostra autonomia. Che tutti e 10.000.000(su 60.000.000 scusate se siamo pochi) insieme chiediamo a gran voce di renderci autonomi e iniziare a gestire un po’ meglio in nostri 380 miliardi di euro di PIL ( e si….un sesto della popolazione produce circa il 25% del PIL nazionale…..)

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