Ciao Rusky

“La morte non è niente. Non conta. Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.Non è successo nulla. Tutto resta esattamente come era. Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il vecchio nome familiare. Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.Non cambiare tono di voce, Non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Sorridi, pensa a me e prega per me. Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima. Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto. È la stessa di prima, C’è una continuità che non si spezza. Cos’è questa morte se non un incidente insignificante? Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Va tutto bene; nulla è perduto. Un breve istante e tutto sarà come prima. E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo”.

“Vogliamo ricordarti così, con il tuo entusiasmo travolgente, con la tua voglia di sorridere e ridere sempre nonostante tutto. L’amore per Riccardo e Federico siano la forza e l’esempio per ognuno di noi per continuare a vivere una vita senza di te”. Il gruppo dei consiglieri Grignetta Asd

Non ho molto da aggiungere Rusky….
4 giorni fa scrivevi su Facebook “Credo ancora nel ‘ciao come stai’ come segno di rispetto, di presenza, di interesse. Altre forme più moderne, mi sono completamente estranee.” Nulla vorrei oggi più che chiedere gli occhi, riaprirli e trovarti davanti e dirti ” Ciao Andre, come stai? Sei in formissima” Ma no…non posso più…

In una domenica di sole, la prima forse da tempo, qualcuno ha deciso che dovevi andare nella stanza accanto. Non so per quale strano motivo una sensazione di disperazione mi ha preso da subito, appena ho letto. Una cosa forse mai provata prima, anzi no…una volta…9 anni fa….solo li. Si eravamo amici, ma non due amici inseparabili, non culo e camicia. Avevamo condiviso un po’ di cammino vicini fondando insieme le nostre ASD. Stranamente, senza che nessuno dei due lo dicesse all’ altro, entrambe avevano nel DNA e nello statuto lo sfondo sociale. La competizione come aggregatore per fare del bene. Eravamo così in linea di pensiero che i nostri due comunicati di nascita delle società parevano uguali. Ci siamo incrociati Martedì. Ci eravamo trovati 10 giorni fa per boschi…io scoppiato, tu in formissima….dovevi scappare, faceva fresco e ti aspettavano a casa…..continuavamo a rimandare la nostra birretta per vedere, nella situazione di merda COVIDDI, se riuscivamo a mettere insieme le forze e fare qualcosa. Ci mancava l’organizzare, non ci mancava il dare ma il ricevere dagli altri.

Forse eravamo davvero uguali dentro Andrea, molto di più di quanto pensassimo. Il senso di smarrimento non è perché tu te ne sei andato così, senza darci il tempo di dirti “CIAO RUSKY”. Il senso di angoscia mi nasce perché mi sono messo in te….pensando a quando stavi lasciandoci e pensavi a loro, i tuoi due angeli. Loro che mi dicevi ne stavano, tra alti e bassi venendo fuori. Loro che per te erano tutto. Il lockdown, ridendo, dicevamo che ci era costato un rene in cibo ma ci aveva dato tanto. Pensavamo come, mai e poi mai, noi padri avremmo potuto passare così tanto tempo con i nostri figli.

La verità è che sono triste perché penso che potevo benissimo essere io al posto tuo e mi si chiude il cuore a pensare ai miei bambini ma soprattutto a pensare con che angoscia nel cuore hai chiuso gli occhi. Poco posso fare per loro se non pregare. Non credo quasi più che funzioni ma è l’unica cosa che posso e so fare.

Ciao amico mio.

Mi hai spezzato in due ma mi hai fatto riflettere. Mi hai fatto riflettere che non è solo l’avere gioie su questa terra quello per il quale dobbiamo ogni giorno gioire ma soprattutto dobbiamo ringraziare per il tempo che abbiamo e farlo diventare oro perché quando ci accorgiamo che abbiamo buttata via anche solo qualche secondo senza essere felici….è già tardi, se ne è andato.

La stupenda foto l’ho rubata a Elena di Giambattista. Di foto di Andrea ce ne sono a valanghe in giro ma questa rinchiude una essenza speciale. Andrea, aperto ma riflessivo, alla ricerca della compagnia così ma anche del silenzio. Davanti ad un tramonto assorto a pensare e goderselo. Forse troppo uguali anche qui.

Avevi sempre voglia di ridere e sorridere. dammene un po’ ora Rusky perché la mia se ne è andata ma così spreco tempo prezioso.

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