Per me, che un’anno fa al massimo correvo dal divano al bagno nella pubblicità di qualche film, pensare di correre un numero di chilometri che prima mi dava fastidio pensare di fare anche solo in macchina è una cosa che non riesco ancora a metabolizzare. Scopro piano piano che la corsa non è uno sport ma una sfida. Nello sport il metro di misura è il cronometro o il punteggio, nella corsa questi elementi vengono superati da una sola parola: SFIDA.
Ma la sfida non è contro qualcosa o qualcuno ma contro te stesso, contro le tue sensazioni, contro le tue paure e contro il tuo fisico nella ricerca di una soddisfazione e non un risultato.
Ieri la mia sfida si chiamava correre, correre per un chilometro senza schiattare, poi si è chiamata 5 Km, poi 10 Km, poi si è chiamata Mezza, poi ResegUp, poi……..
Ora ha un nome nuovo e si chiama:
42 chilometri e 195 metri sono all’ incirca la distanza che c’è tra Lecco e Monza, pensare di farli a piedi è una cosa che mi mette terrore.
Correre una maratona richiede una preparazione fisica ma anche, e sopratutto, una preparazione mentale. Sulla preparazione fisica ormai ho poco da pensare, Km ne ho ormai macinati e penso che le mie gambe possano sopportare un 42 ( nota bene ho detto sopportare e non correre, chi ha orecchie intenda). E’ la preparazione mentale che mi fa più paura! Riuscire a superare quel blocco mentale che ti fa vedere queste sfide come non realizzabili, quel blocco che non ti fa premere sul pulsante “iscriviti”, quel blocco che quando corri se non guardi il contachilometri vai che è un piacere ma se lo guardi inizi a sentire dolori inesistenti.
Oggi esco a correre! ma la mia sfida adesso passa su un nuovo piano, quello del mouse e del sito della Maratona di Torino.
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